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" Una voce fuori dal coro ... "

A volte mi sento proprio in controtendenza con tutto ciò che i tanti considerano " normale ".
Analisi di un percorso di vita ricco di esperienze che mi hanno permesso di evidenziare ed analizzare il grande cambiamento della nostra società.Un tentativo di analisi tra il concreto e l'etereo.
Dei buoni argomenti di riflessione.

Indice:
Dedica
Prefazione
Pensiero
L'arcobaleno della vita
40 anni
Solitudine e Compagnia
Una nuova vita
La cosa
Il sapere
Il bimbo ed il vecchio
Il cammino verso la serenità
Il dilemma delle donne
Il vivere
Il perché di tanti perché
Riflessioni
La società attuale
Il destino: Un termine che cela le responsabilità
I condizionamenti chiamati "educazione"
Il legame di sangue e la famiglia
La felicità
Le vere regole della vita
Il punto di non ritorno
Riappropriamoci della nostra vita
Lettera di un bimbo
Attimi di Vita
Il Tempo
Danza Lenta
Il perchè della mia vita

 

Dedica

A tutte quelle persone che non temono di dubitare della vera essenza vitale, del motivo di ciò che accade o addirittura non temono di dubitare di loro stessi, alle persone che continuano a chiedersi tanti perché senza mai stancarsi e che sono disposti a soffrire o a morire per cercarne le risposte. A tutte quelle persone che si pongono serenamente di fronte al dilemma di generare una nuova vita oppure di negarla. A tutte quelle persone che desiderano valutare oggettivamente quello che accade, sempre consapevoli dei grandi condizionamenti ai quali tutti noi siamo sottoposti, alle persone che pur amando la vita, si chiedono il motivo di tanta sofferenza e della nostra esistenza. A tutte le persone che preferiscono un insuccesso ad un rimpianto.
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Prefazione

L'idea di realizzare questo scritto, è maturata esclusivamente grazie alla voglia di testimoniare la mia diversità riguardo il modo di intendere la vita rispetto ad un grande numero di persone da me incontrate e conosciute, e dall'analisi attenta di singoli episodi accaduti o dalla osservazione di interi periodi di vita.
Ho dedotto le mie considerazioni relativamente a campioni di persone con ceto sociale medio o medio alto, con un livello culturale medio superiore ed una discreta disponibilità economica; in sintesi ho avuto l'opportunità di analizzare esclusivamente, quello che un tempo si definiva il "ceto medio".

Questo scritto è stato realizzato per essere letto in quei momenti "particolari" della giornata, oppure in quei periodi dove ci sentiamo in reale sintonia con noi stessi, finalmente privati della "maschera" che inconsapevolmente ci guida ed induce a vivere la nostra vita seguendo un copione scritto dalla "maggioranza" o dalla falsità.
Queste saranno riflessioni libere dagli schemi ai quali siamo sottoposti tutti i giorni e nei quali sosteniamo di trovarci a nostro agio.
Il desiderio è quello di fare emergere il nostro reale io, esponendo atteggiamenti, modi di pensare o di agire, che ormai sono diventati la "normalità", e proprio in relazione a questa dannata "normalità" ci siamo plasmati ed appiattiti.Vuole essere un inno alla diversità ed al confronto, in ogni ambito possibile.
Sarà molto probabile che qualche mia affermazione possa essere percepita come dissonante o cruda o peggio ancora cinica, ma vi pregherei di analizzare il pensiero che forgia le basi del concetto, cercando di escludere dai vostri parametri di valutazione, luoghi comuni e tutto ciò che di banale ha condizionato il nostro essere.

Quante volte ognuno di noi, ha pensato .. questo pensiero adesso lo scrivo .. ma per un motivo o per l'altro non è mai riuscito a ritagliarsi il tempo e la concentrazione necessaria per realizzare effettivamente quello che aveva supposto.
Può apparire buffo e strano che una persona non particolarmente colta e comunque lontana dalla letteratura, possa avere deciso di scrivere, ma questo è proprio il mio caso.
Ritengo che la nostra esistenza sia diventata molto complicata e parte di questa complessità sia dovuta essenzialmente alla nostra incapacità di viverla.
Abbiamo acquisito negli anni dei valori che portano all'esatto opposto del benessere reale, a parole diciamo di non esserne assoggettati, invece ne siamo proprio dei fervidi paladini continuando a batterci per loro e facendoli entrare sempre più nella nostra vita ed in quella di chi ci circonda.
La vita, tranne nell'unico caso della nascita, pone sempre e costantemente innanzi la necessità di effettuare delle scelte.
Nella vita quotidiana, tutti noi siamo da sempre assoggettati ad un codice comportamentale che prevede azioni, atteggiamenti o decisioni che talvolta non sono ricalcanti il nostro reale pensiero.
Inevitabilmente, se questo atteggiamento di " comodo " viene moltiplicato per tutte le problematiche che ci vengono proposte, ci troviamo a dover affrontare un forte incremento del disagio personale, derivato dalla non esposizione dei propri principi che può finalizzarsi alla non realizzazione dei progetti preventivati.
Tale disagio, se non ben incanalato, valutato e riconosciuto, puo' condurre alla perdita della lucidità decisionale, con il paradosso della comparsa della sensazione di impotenza, che si concretizza, il piu' delle volte, nella apparente ovvia e frustrante motivazione " lo faccio solo perché non ho altra scelta ".
La scelta .
In effetti ritengo che scegliere sia molto complicato, e spesse volte, si maledice una scelta fatta, solo perché ha portato come risultato la comparsa di sensazioni non volute oppure ha complicato le solite abitudini, senza considerare che tutto fa parte del grande gioco al quale involontariamente siamo stati iscritti dalla data del nostro concepimento.
Tutto nasce da una decisione presa da altri, e se valutiamo bene anche tutto il processo educativo al quale siamo costantemente e da sempre assoggettati, ci rendiamo conto che è stato pensato da altri.
E questo non mi piace !
La mia raccolta di emozioni, sensazioni, approfondimenti ed esternazioni sono da intendersi episodi di un lungo cammino di riflessione.
Sono l'espressione del mio senso critico, del mio modo di pensare, della mia voglia di vivere la vita in modo pieno, completo, senza rimpianti o compromessi; sono valutazioni che ho cercato di bonificare dai tanti condizionamenti e pregiudizi ai quali tutti noi siamo stati esposti.
Se talvolta vi troverete in accordo con quello che esporrò, sarete anche voi, per quel particolare argomento " una voce fuori dal coro " altrimenti farete parte del coro; in questa suddivisione, comunque, non è volutamente contemplato cosa può essere meglio o cosa invece può essere peggio in quanto vengono esposti solo dei pensieri rappresentanti l'astrazione di un concetto, che se ben interpretati ed applicati, potrebbero mutare il solito iter vitale.
Il mio lavoro, vuole essere una raccolta di argomenti sui quali riflettere, da soli, cercando di riottenere, almeno in parte, la vera essenza della vita.
Un viaggio tra tanti pensieri e tante valutazioni, che mi auguro riescano almeno a rallentare i deleteri ritmi frenetici ai quali tutti noi siamo quotidianamente e costantemente abituati.
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Pensiero

"Dedicato a chi si chiede il perché la fortuna volta le spalle, e pensa : chissà, magari il 'sole' primo o poi sorgerà anche per me...forse!!!"

In un cielo sereno ... il sole si vede meglio e per più tempo ...
Quando il cielo è denso di nubi, la giornata è buia, uggiosa e molto triste ....
Prova a sgomberare il tuo fantastico cielo dalle nubi, e vedrai che potrai assaporare il calore e la luce del sole in tutta la sua bellezza !Sappi che il benessere che proverai sarà solo una piccola parte di ciò che ti meriti !!!

Ognuno di noi ha le sue nubi, ed a volte il vento del coraggio, della novità e del confronto serve proprio a spazzarle via, indicando la via della luce.

E se poi potrò contribuire a diradare le tue nubi, per poterti mostrare la via del sole, ne sarò lieto oltre che estremamente felice.

Una delle tue certezze deve essere che io ti sarò vicino ogni volta che tu lo vorrai !
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L'arcobaleno della vita

Verde come l'acerba inesperienza del fanciullo che si appresta ad affacciarsi alla vita.
Verde come il giovane germoglio che si prepara a diventare foglia per arricchire di colore e di profumi l'aria da respirare.
Verde come la rilassante serenità di un panorama agreste.
Verde come la linfa vitale.
Verde come l'amore che culla e coccola i sentimenti partoriti dal bene.
Verde come tutto quello che vuoi tu.

Blu come la profondità degli oceani che con la loro celata ed antica sapienza racchiudono gli iniziali segreti della vita.
Blu come il cielo più alto che ci sovrasta.
Blu come l'occhio profondo che ti scruta, ti osserva e ti inquieta come solo un occhio blu può fare.
Blu come un urlo di gioia.
Blu come una lacrima che racchiude tutta la tristezza di un episodio spiacevole o violento, ma che con un semplice gesto si asciuga e vola via come una farfalla.
Blu come tutto quello che vuoi tu.

Rosso come la potenza del fuoco che con abilità scalda e con non curanza distrugge. Rosso come la passione esercitata per le cose terrene.
Rosso come la pulsione sessuale e la lussuria che completa ed allieta qualsiasi gioco di coppia.
Rosso come il pericolo.
Rosso come l'errore che se capito fa crescere e se subito fa capitolare.
Rosso come la voglia di trasgressione.
Rosso come tutto quello che vuoi tu.

Giallo come la luce del sole che rende possibile la vita.
Giallo come il chiaro colore dei fiori che allietano i panorami generando allegre macchie di colore.
Giallo come l'amore che scalda l'anima e prepara al rosso della passione.
Giallo come il sentimento che teneramente gioca tra l'amore e l'amicizia.
Giallo come l'invidia che riduce la moralità e l'integrità dell'uomo ad una nullità.
Giallo come tutto quello che vuoi tu.

Viola come l'incertezza delle situazioni tristi.
Viola come il colore dei primi fiori che annunciano l'arrivo della primavera.
Viola come le bellissime nubi dei temporali estivi dense di grandine.
Viola come il denso fumo che lentamente ci avvelena.
Viola come un'attesa estenuante per un evento che non si verificherà mai.
Viola come un urlo di paura.
Viola come tutto quello che vuoi tu.

Azzurro come il cielo sereno.
Azzurro come l'acqua da bere.
Azzurro come l'aria fresca che respiriamo.
Azzurro come un bel pensiero che ci rallegra la giornata.
Azzurro come l'occhio sorridente che partecipa alle tue conquiste.
Azzurro come l'eccitazione del primo incontro.
Azzurro come la benevole sensazione che induce un sorriso regalato.
Azzurro come il vento che accompagna i nostri pensieri ed i nostri desideri.
Azzurro come tutto quello che vuoi tu.

Nero come la sofferenza che ci deve far comprendere il significato del benessere.
Nero come la sensazione che lascia un amore rubato e poi strappato.
Nero come il contrasto tra il bello ed il brutto.
Nero come la morte che è una parte fondamentale della nostra vita.
Nero come l'egoismo e la sopraffazione del più forte.
Nero come il potere del denaro.
Nero come la scrittura che imbratta un foglio bianco, ma che genera un pensiero importante.
Nero come il non senso della vita.
Nero come il fumo che uccide.
Nero come il buio nel cuore che nessuna luce potrà mai più illuminare.
Nero come tutto quello che vuoi tu.

Bianco come la componente di tutti questi colori.

La nostra vita è un insieme di colori, di sensazioni e di forti emozioni, ognuno delle quali è rappresentabile da un colore diverso.
Viviamo la nostra vita intensamente e senza rimpianti, con la ingenuità di un bimbo e la caparbietà di un cinico adulto.
Utilizziamo gli inevitabili momenti tristi per riconoscere la gioia e la soddisfazione quando si ripresenteranno.
Buona vita a tutti.

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40 anni

Quarant'anni . un'età strana.
Un periodo di arrivo per la gioventù e di partenza per l'età adulta.
Una vera svolta nella vita di ognuno di noi.
Si passano i migliori anni della nostra vita, quelli giovanili, a costruire qualche cosa che forse neanche sappiamo, ed si arriva a quarant'anni accorgendosi che si è fatto troppo poco oppure troppo e che comunque si sono dedicati tanti anni per qualche cosa di incompleto od inutile.
Se si è stati in grado di generare una buona intesa di coppia, i quarant'anni costituiscono una vera prova di integrità sentimentale.
Una relazione di amore trova a questa età degli ostacoli importanti che possono minare la continuità di un rapporto, infatti è proprio a questa età che le coppie, percentualmente parlando, scoppiano.
Solo la salda unione, basata sul sacrificio e sull'amore, riesce a prevaricare la voglia di cambiamento.
E' un periodo di mutamenti, di ripensamenti, di consapevolezza dell'insuccesso o del successo, di tensioni sociali, di ribellione alla costante monotonia, di valutazioni estreme e di decisioni affrettate.
Tutto sembra più faticoso e soffocante, la voglia di consapevolezza e di regole diminuisce sensibilmente generando irrequietezza e distacco.
Si desidererebbe cambiare tutto come un adolescente, e contemporaneamente si ha timore del cambiamento, si soffre per la frustrazione dell'insuccesso oppure di soffre per la costante parzialità del successo ottenuto, quello che fino a poco tempo prima era ampiamente tollerato ora non lo è più, si acquisisce la stupida saccenza dettata dalla esperienza dimenticandosi, forse, che le cose si creano e si consolidano solo grazie alla estrema umiltà.
Si è stufi di continuare a correre, ma ci si rende conto che è necessario farlo ancora per tanti e tanti anni.
Ci si sente soli ed allo stesso tempo troppo accompagnati, vivendo sensazioni uniche e primordiali legati alla misantropia e all'egoismo.
Si è stufi della correttezza ad ogni costo, ma è proprio questo il momento in cui serve di più.
Si cominciano a trovare i primi veri problemi lavorativi, legati ad una età non più giovanissima e ad un livello economico, basato su un tenore di vita sempre crescente e comunque spesso troppo alto per quello che in realtà si riesce a dare in termini di entusiasmo e disponibilità.
La vita cambia e cambiano le idee e le esigenze.
Si diventa forse più riflessivi e nello stesso momento più cinici ed egoisti, ci si fa violenza ogni giorno nel districarsi all'interno della banale quotidianità, si ha l'esigenza di sensazioni forti e decise, si desidera ottenere risultati facili e veloci e per questo si impostano obiettivi vicini e poco pesanti.
E questo è un grande problema, perché così facendo si disimpara a soffrire per ottenere ciò che si vuole.
Ci si deve rendere conto che la vita fino ad ora ci ha mostrato le istruzioni per l'uso, ora sta a noi usarla nel corretto modo, con il giusto grado di sacrificio e le corrette aspettative.
L'esperienza acquisita serve solo a quello.
Mai dimenticarsi che una meta di arrivo deve essere sempre un punto di partenza.
Si avrebbe però la voglia e la necessità di cambiare qualche cosa senza necessariamente rinunciare a quello che ormai viene considerato acquisito.E' questo il periodo dove spesso compaiono gli amanti segreti, utili allo scopo di evadere dalla abitudinaria uniformità della vita di coppia, ma considerati solo un'evasione giocosa, perché allo stesso tempo ci si sente intimamente legati a questa vita di coppia che rincuora e rasserena.
E questo è veramente molto triste, subdolo ed ipocrita.
Spesso capita che la tanta voglia di cambiamento, non venga coadiuvata dalla necessaria audacia di iniziare davvero la strada verso la mutazione.
E' l'età della codardia e del quieto vivere, che rovina la vita a chi ne fa un uso strumentale.
E' anche l'età della consapevolezza che il mondo attorno a noi cambia velocemente, e nessuno di noi può permettersi di non cambiare assieme a lui.
In questo periodo si comincia veramente a percepire l'avvicinarsi di una età non più spensierata e giovane, realizzando crudamente che diventare vecchi fa veramente schifo.
Ma questo è quello al quale siamo chiamati dal momento in cui qualcuno ci ha iscritto al gioco della vita, proprio quarant'anni fa, e pertanto abbiamo il dovere di cercare dentro di noi tutte le energie e le risorse necessarie per vivere questo gioco al meglio, ma abbiamo anche il sacrosanto diritto di sentirci talvolta a disagio.

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Solitudine e Compagnia

"Chi è più solo tra un individuo che ha necessità di compagnia ed uno che la rifugge?
Lo è l'individuo che non riesce a vivere la propria indipendenza e la propria interiorità"

E' pericolosamente e miseramente intrigante scoprire che ai nostri tempi, pervasi come siamo dalla frenesia di unione e di socialità imposta ad ogni costo, quando si è costretti dagli eventi della vita a riflettere e magari a cercare di risolvere qualche piccolo conflitto interiore ci si scopre soli ed impauriti, senza una guida per convivere positivamente con noi stessi e la nostra solitudine.
Ritengo risalga tutto da una scarsa abitudine ed attitudine alla riflessione, e ad una scarsa conoscenza delle proprie risorse come individuo.Il termine solitudine è valido solo per chi si sente solo, a prescindere dagli eventi o dalla quantità di persone che lo accompagnano.
E credete .. sono tante le persone che si trovano in questo stato.
Siamo mestamente circondati da tante "persone sole", magari all'apparenza brillanti, spigliate e simpatiche, ma pericolosamente minate nel profondo da forti insicurezze e parecchi problemi di identità.
La superficialità con la quale viviamo i vari condizionamenti che caratterizzano la nostra vita, non fanno altro che aumentare la voglia di non conoscere come siamo realmente, circondandoci di realtà belle ed appaganti quanto effimere e fuorvianti.
La necessità di socialità e compagnia è certamente alla base del vivere insieme e della crescita culturale basata sul confronto.
Penso però che ognuno debba fare la sua parte nel portare sempre qualche cosa di suo, ovunque vada.
Pensate, per esempio, quanta energia vitale viene tolta e privata al suo processo formativo ad un bambino, che vive e cresce in compagnia di una persona anziana, questo continuo dare incondizionato (i bambini sono una forte sorgente di energia vitale) crea del bene all'anziano, che si dice " ringiovanisca ", ma toglie inevitabilmente delle quote di accrescimento al bimbo, che ne risentirà nel tempo in modo tanto piu' pesante quanta maggiore è stato il coinvolgimento.

Questo esempio, (l'argomento verrà approfondito più avanti) è stato necessario solo per poter affermare che ognuno di noi deve essere sufficientemente " carico" per portatore di innovazione e serenità, anche in una compagnia di giovani, al lavoro, tra conoscenti o amici, non si deve pretendere di continuare a frequentare individui ed assorbire quello che loro offrono; è gioia effimera per noi ed una grave perdita per gli altri, che prima o poi si allontaneranno, isolando l'egoista e l'opportunista, che pretende solo senza voler dare.
Penso che la chiave di lettura di tutta la nostra esistenza possa spiegarsi con queste poche parole: non continuiamo a pretendere dagli altri, quello che anche noi, da soli, possiamo ottenere; dobbiamo solo imparare a cercare.
E' ovvio e deducibile che è più faticoso, ma quando si arriva alla meta si può con orgoglio gestire la consapevolezza di aver ottenuto un risultato in autonomia, incrementando così l'autostima e la positività.
La solitudine è dentro di noi, nel nostro conscio e nel nostro inconscio, non si può e non si deve disconoscerla, ci accompagna sempre, è la nostra individualità, il nostro bagaglio riflessivo, la nostra caparbietà.
Volendolo possiamo vivere molto bene la nostra solitudine e grazie a lei, alla sua conoscenza, abbiamo la possibilità di migliorare notevolmente la qualità della nostra vita sociale.
Normalmente le persone che hanno paura della solitudine sono quello che temono l'autocritica e tentano di sfuggire dall'ammissione delle proprie mancanze, in qualunque ambito.
La riflessione e l'umiltà, convoglia la positività sul nostro cammino.
L'opportunismo è figlio della nostra società, dobbiamo sconfiggerlo per vivere sereni.

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Una nuova vita

". Mi son sempre posta l'atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando:"Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perché, mi ci hai messo, perché?". La vita è una tale fatica, bambino. E' una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele. Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via, come faccio ad intuire che non vuoi essere restituito al silenzio? Non puoi mica parlarmi. La tua goccia di vita è soltanto un nodo di cellule appena iniziate. Forse non è nemmeno vita, ma possibilità di vita. Eppure darei tanto perché, tu potessi aiutarmi con un cenno, un indizio. . "( da "Lettera ad un bambino mai nato" O. Fallaci )

"Cosa c'è di più bello dell'inizio di una nuova vita ?
La consapevolezza e la libertà di scegliere se e come viverla."


Non sono abituato ad utilizzare luoghi comuni per definire dei concetti, pertanto la mia affermazione : "non vi è ombra di dubbio che la nascita di una nuova vita sia l'evento più emozionante dell'intera nostra esistenza", vi prego di assimilarla come un mio pensiero vero, suffragato probabilmente da un numerosissimo gruppo di persone che, per reale convinzione o per comodità sposa il pensiero della maggioranza.Perché allora "una voce fuori dal coro" ha voluto soffermarsi proprio su questo argomento?

E' semplicemente spiegato proprio grazie alla formulazione della mia affermazione.
La maggior parte di noi descrive l'esperienza della generazione di una nuova vita come la cosa più bella capitata nella propria vita, ed io non stento a crederci.
Peccato che anche in questo caso si commette una tra le più grandi ingiustizie universali che condizionerà l'intera esistenza di chi non ha chiesto di partecipare volontariamente al nostro gioco della vita.
Personalmente non credo nel destino, ma effettivamente nei riguardi del luogo, della razza di appartenenza e della famiglia di nascita della nuova vita, una componente di fortuna esiste senz'altro. (se poi lo si vuole chiamare destino .)
Dopodiché tutto il resto della nostra esistenza è gestito dal libero arbitrio e dalla corretta interpretazione data agli eventi occorsi vivendo il tempo.
Nella quasi totalità dei genitori novelli, di qualunque età, è presente un sentimento di appagamento personale, solitamente ritrovato al raggiungimento di mete riconducibili ad oggetti o cose, ma forse ci si dimentica della realtà più importante : stiamo iscrivendo una persona ignara ed inconsapevole ad un gioco che ha come caratteristica fondamentale la brevità, la fatica ed una conclusione quasi mai serena. E' anche vero che esistono attimi in cui il nostro gioco diverte, ma ritengo non sia la reale caratterizzazione dell'evento.
Ritengo che porre in essere una nuova vita con motivazioni legate al proprio benessere, sia l'espressione massima ed involutiva dell'egoismo umano, terribilmente aggravato dalla nostra attuale situazione mondiale economica e demografica.
Una scelta basata sull'egoismo e sull'opportunismo, che è compiuta dalla maggioranza delle coppie, non la condivido e la combatto, nel rispetto proprio di chi deve nascere.
In tempi non molto lontani, le vite si generavano per motivi di bassissimo profilo legati quasi esclusivamente all'attività lavorativa al maggior guadano ed alla garanzia di assistenza e compagnia in età avanzata. (classico egoismo del genitore)
Ora invece, una discreta parte di genitori, genera una nuova vita con lo spirito di rivalsa, per mascherare frustrazioni inevitabili generate da un lavoro quasi mai appagante o da una non soddisfacente vita di coppia o addirittura perchè "non esiste famiglia senza figli" e "così fan tutti".
Siamo realmente poco pronti ad avere a che fare con un nuovo individuo che dovrebbe apprendere le modalità di soluzione dei vari problemi della vita, proprio dai genitori, persone che spesso vivono i loro problemi, grandi oppure no futili oppure no, in modo banalmente cooperativo (appoggiandosi su altri) ed ai quali spesso non riescono a dare una dimensione o una soluzione.
Non dimentichiamoci mai che siamo esseri viventi alla pari di tutti gli altri presenti sul pianeta, e dovremmo seguire i cicli ed i ritmi della natura, utilizzando la maggiore capacita intellettiva per affinare qualche processo naturale forse un pò troppo crudo.Non esiste il desiderio di maternità o paternità (e comunque sarebbe la classica espressione del più bieco egoismo), ma esiste solo un ciclo biologico naturale che può generare delle opportunità, che tutti possono cogliere senza alcun obbligo.
E' triste quanto discutibile notare che i nostri cuccioli d'uomo possano crescere, nel migliore dei casi con i nonni; non dimentichiamoci mai che i "nostri" figli diverranno l'immagine di chi passa più tempo con loro, e non ci sono regali o imposizioni che fanno capire ad un bimbo che la mamma o il papà sono lontani per poter creare anche a lui un avvenire economicamente sereno.
Spesse volte si confonde la serenità con il benessere economico, anche questo è un errore dei nostri tempi, e grazie a questo errore il futuro di noi tutti sarà sempre più buio ed incerto.
Il nostro opportunismo costringe non solo il nuovo arrivato a compiere il primo deleterio compromesso della sua esistenza, ma anche chi ci sta intorno ad aiutarci.
Siamo sempre impegnati a chiedere, chiedere, chiedere agli altri per ogni cosa; ma, non abbiamo un pizzico di orgoglio personale ? O forse siamo riusciti a monetizzare anche quello ? Ma siamo e saremo anche noi disposti ad offrire incondizionatamente il nostro aiuto a chi un giorno ce lo chiederà ? Siamo proprio sicuri di non riuscire in autonomia, sacrificandoci davvero, ad ottenere quello che desideriamo ? Siamo proprio sicuri che il nostro opportunismo ed egoismo non ci abbia "frullato" il cervello ?
Chi ci da l'autorizzazione di disporre delle vite altrui ? Nel crearle e nel chiedere incondizionatamente un aiuto. Siamo tutti bravi, a parole, ad esprimere i concetti di sacrificio, dedizione ed indipendenza, ma siamo davvero in grado di dimostrare la nostra abilità, capacità, tenacia, necessaria per impegnarci ad ottenerli veramente ?
Ci comportiamo in modo buffo e goffo, come un cuoco che, con una buona ricetta scritta su un libro di cucina, non è in grado di portare la sua volontà sui fornelli ed impegnarsi per realizzarla al meglio.

Sono oltremodo certo che se si dvolesse porre alle coppie desiderose di concepire una nuova vita, una domanda del genere : "Generereste una vita pur sapendo che la probabilità di ottenere in un futuro un adulto infelice è molto elevata ?" la maggioranza mi risponderebbe "Certamente, tanto tutti lo sono! Quale è il problema"

Decidere di generare una nuova vita è veramente importante e non sempre necessaria, pensiamoci !

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La cosa

". Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre. Io sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo che si esalta per un chirurgo che sostituisce un cuore con un altro cuore, e poi accetta che migliaia di creature giovani, col cuore a posto, vengano mandati a morire, come vacche al macello, per la bandiera ."( da " Niente e così sia " O. Fallaci )

"Come possiamo essere appagati pur accorgendoci che la vita pian piano scivola dalle nostre mani ?
Con la consapevolezza e l'abilità di chi riesce ad osservare e non solo a guardare quello che ci capita quotidianamente."

Si è vero, è un brutto modo per definire la nostra vita.
Però è questo il termine che ho voluto utilizzare che più si avvicina agli attuali valori ritenuti importanti dai più.Avete notato come oggi, tutte le relazioni vengono gestite in modo quasi impersonale, con distacco e con diffidenza, e la maggior parte delle decisioni importanti vengono affrontate riferendosi a parametri di valutazione molto simili a quelli che si affrontano per l'acquisto di un bene non durevole.
Si cerca sempre il profitto immediato, raramente si vuole guardare al futuro con ottimismo e speranza, e così facendo, non facciamo nulla per migliorarlo.
Il dolce appagamento dello svegliarsi al mattino, capire l'essenzialità del respiro che accompagna il buon giorno; l'osservare le cose che ci circondano e che costituiscono la scena di una importante rappresentazione teatrale dove noi siamo gli attori principali e protagonisti, il nascere di un'idea, il contatto con chi ci circonda, la magia dello sguardo, le carezze dei raggi del sole che inebriano il mondo di luce di gioia e di energia positiva, le fresche notti di riflessione e di osservazione, la dolcezza di un sorriso donato, la felicità di sentirsi vivi, i profumi intensi che accompagnano le sensazioni vere, l'inesorabile passare del tempo che costantemente muta ogni cosa esistente dando il vero senso alla vita.
La nostra vita, colma di bellezze, sensazioni vere, emozioni, enormemente meravigliosa che è stata proprio da noi trasformata in una fucina di problemi che, per libero arbitrio, abbiamo scelto di affrontare.
Viviamo una vita "pacchettizzata", dove è già tutto scritto, l'inizio, la strada e la fine.
RIBELLIAMOCI !!!
Veniamo ogni giorno bersagliati e soggiogati da degli standard stereotipati creati dal tempo e dai furbi, apposta per noi.Questi standard "pacchettizzati" sono gestiti da realtà intelligenti e molto potenti, che ora per ora, e giorno per giorno, per tutta la nostra vita, manipolano le nostre libere scelte.
La cosa più grave è che questo condizionamento inizia proprio alla nostra nascita ed è così ben congeniato, che finiamo per credere davvero a quello che ci viene man mano proposto ed inevitabilmente quanto inconsciamente veniamo arruolati nell'esercito di questi potenti venendo utilizzati solo per i loro scopi.
Questa situazione artificiale crea in noi instabilità ed insoddisfazione.
Chi esercita questo potere conosce molto bene la fragilità delle persone, e finge di generare certezze sponsorizzando cose non appaganti come ad esempio i consumi che inevitabilmente si ripercuotono sui costi che inevitabilmente deprimono chi non li può affrontare.
E questo genera stress e depressione, che si trasforma per logica in scelte errate.
E' ovvio che un evento, anche il più piccolo ed insignificante, se non correttamente valutato, da benevolo può trasformarsi ben presto in problema, e se non si è preparati ad affrontarlo, genera nell'individuo involuzione, frustrazione e impotenza.
Non lasciamoci abbattere dai condizionamenti frenetici del nostro vivere.
Non siamo al mondo per continuare a rincorrere delle mete che si allontanano sempre più velocemente.
I segreto del vivere bene è intorno a noi, si adagia sui sentimenti, sui pensieri e sulle sensazioni.
Rientriamo in possesso di queste tre fondamentali cose.
Non trasformiamo la nostra esistenza in un oggetto, una cosa.
Dobbiamo vivere la nostra esistenza confrontandoci soprattutto con quello che è primordiale e naturale e che è senza dubbio sopravvissuto in noi, nonostante tutto.
Al posto dei soliti pensieri inerenti l'interesse. il denaro o gli affari, che per noi rendono felici più di ogni altra cosa, pensiamo al primordiale, al basilare, alla vera essenza delle cose e degli accadimenti.
Pensiamo all'ambiente naturale che ci ospita e circonda, proviamo, nel nostro piccolo, a mutare la simbiosi che ci lega da parassitaria ad armonica.
Dobbiamo capire che potremmo trarne benefici per tutta la nostra esistenza, ma soprattutto per i nostri discendenti.
Pensiamo a chi soffre vicino e lontano a noi, in onestà valutiamo se facciamo o abbiamo fatto qualche cosa di concreto per alleviare le sofferenze.Non è spendendo il nostro maledetto denaro che aiuti il prossimo, lo tonifichi e ritempri essendogli vicino nei reali momenti di difficoltà, parlando con lui nei suoi momenti bui.
Rispetto al denaro, vale di più un pensiero o una parola al momento opportuno.
Ricordiamoci che per ogni persona come noi, che si ammala di stress, vive in una casa, mangia quando ha fame e spende denaro ... esistono almeno 3 persone al mondo che queste cose non le hanno e non sanno nemmeno immaginarle.
Noi utilizziamo e sfruttiamo l'eco-sistema più di quanto riusciamo a produrre per esso, e tutto questo vale anche per ogni nuova vita che nasce nel nostro ricco mondo che tanto ci stressa.
Per mantenere questo nostro ricco mondo, è stato distrutto l'intero globo; tutti noi abbiamo trattato e trattiamo tuttora il "sistema" come una "cosa" da sfruttare, solo per i nostri fini economici, mascherando la degenerazione con la ricerca del benessere e considerando utili svariati beni assolutamente futili ed aggravando sempre di più la già grave situazione.
E' probabile che ce ne pentiremo presto.

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Il sapere

"Ciò che non sapete, o meglio che non potete sapere, è più importante di ciò che sapete. Il buio non distrugge ciò che nasconde." ( Anonimo )

Già, . il sapere .
Quante volte abbiamo avuto l'impressione di valutare un evento occorsoci, o capitato ad altri, relativamente al nostro sapere ed abbiamo sentenziato parole di fuoco e saccenti sul metodo errato di comportamento !
Mai come in questi casi è doveroso e necessario rendersi conto che quello che non sappiamo e non vediamo è molto più importante di quello che abbiamo acquisito con l'esperienza o la fortuna, pertanto fermiamoci a riflettere sempre prima di qualsiasi pensiero, non esterniamo di getto una valutazione per noi assoluta che alla luce della meditazione potrebbe risultare obsoleta, falsa ed infantile.
Impariamo l'umiltà del confronto sereno e costruttivo, poniamoci sempre in discussione e chiediamoci se riusciamo ad essere utili al nostro vicino, perché in futuro qualche persona intorno potrebbe esserlo per noi.

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Il bimbo e il vecchio

"Perché esiste il rimpianto ?
Il rimpianto è il frutto di secoli di condizionamenti che generano l'innato timore di fare quello che ci piacerebbe, decadendo sempre nel fare ciò che si ritiene meglio."

Due realtà non complementari, ma consequenziali.
Lontani terre e mari l'una dall'altra, ma inevitabilmente attratti l'uno dall'altro.
La prima carica di energia vitale e di voglia di conoscere, la seconda desiderosa di ricevere attenzioni, scarica energeticamente, ma sufficientemente carica di informazioni e di risposte.
Ma sarà giusto coinvolgere gli anziani nella crescita sociale dei nostri giovani ?
Ritengo proprio di sì, anche se, come sempre, non si deve perdere mai di vista la reale motivazione per la quale l'anziano presta compagnia al giovane.
Se e' solo e soltanto per la necessità di avere una sorta di "baby sitter" gratuita alla quale affidare la crescita dei pargoli, beh . allora siamo proprio lontani dai veri programmi di formazione e crescita !
E' vitale quanto piacevole e formativo che un giovane trascorra qualche tempo in compagnia di un anziano, la saggezza e spesso la mancanza di impegni sociali, fanno dell'anziano una persona pacata, solitamente spensierata e paziente.
In effetti di meglio non ci potrebbe essere ..., ma se analizziamo un poco più in profondità le relazioni che possono nascere tra i due individui, allora ritengo che forse una piccola riflessione debba essere doverosa.
Il giovane è carico di vitalità e la sua energia esplosiva gratifica e rincuora chi non ne ha più molta facendo "rinascere" con la spesso citata frase "questo ragazzo mi ha fatto nascere una seconda volta . " che tradisce una triste realtà.
L'appropriarsi dell'energia vitale da parte di un anziano è inconsapevolmente ed inconsciamente dannosa per il corretto sviluppo della vita del giovane.
L'egoismo umano tende ad accaparrarsi tutto ed incondizionatamente, solo per il naturale ed innato desiderio di benessere.
Pertanto ritengo corretta e giusta la frequentazione tra giovanissimi ed anziani, ma con limiti mansionali e temporali che devono essere ben definiti e dettati solo dal buon senso.
Non voglio soffermarmi molto invece, sull'opportunismo dei neo genitori che concepiscono una nuova vita basandosi non sulle proprie forze, ma su quelle degli anziani che a loro volta li hanno generati e cresciuti.
E' probabile che con il passare delle generazioni, ci si dimenticherà di chi non chiedeva o non poteva chiedere aiuto a nessuno per crescere ed educare la propria prole, svolgendo il complicato compito di genitore in autonomia.
Ma questi marziani . come facevano ?
Il coinvolgimento dell'anziano è utile e formativo nella formazione del carattere di una nuova vita, ma solo per creare un corretto equilibrio sociale infondendo il dovuto rispetto e mostrando quanto la saggezza riesca a sopperire a qualunque lacuna.
Ora, ed in futuro, le nuove generazioni di genitori, tenderanno a sacrificare il rispetto per gli altri, compreso quello per il loro figlio, a vantaggio loro e dei loro fondamenti.
La cosa peggiore è che tutto questo avviene ( nella maggioranza dei casi ) in assoluta buona fede, ritenendo di fare ciò che è giusto, ma giusto non è.
Mettiamoci ogni tanto dalla parte dei nostri figli .
Come reagiremmo al sapere che dai nostri genitori dovremmo imparare a gestire i problemi, ad analizzarli a ridimensionarli, e tutto questo da persone che non sono in grado di risolvere in autonomia i loro !
Da persone che sono le prime ad accusare altri se peccano di incompetenza o negano loro l'aiuto.
Ed allora viva i giovanissimi ... evviva gli anziani .. ma per il bene di tutti, cerchiamo di usare un briciolo di saggezza ed altruismo nel processo educativo dell'individuo più giovane, sacrificando il nostro tempo di genitori e le nostre risorse verso chi, un domani, potrebbe chiedere una risposta a tante imbarazzanti domande, alle quali noi non sapremo rispondere.

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Il cammino verso la serenità

"La felicità non puoi trovarla in te, ma nell'amore che agli altri un giorno darai ."( Le Orme )

"Perché si vive in funzione ad obiettivi sempre diversi idealizzando maniacalmente quelli più ambiziosi ?
Il motivo si potrebbe banalizzare nell' assoluta mancanza di senso logico della nostra vita in quanto tale, che ha sempre l'illogica necessità di sostentarsi forgiando necessariamente, e ad ogni costo, delle nuove mete, al posto di concentrarsi su quelle già raggiunte assaporando le benefiche sensazioni della soddisfazione."

Sembra un titolo molto banale, ma ritengo invece che il cammino della vita, se ben percorso ed analizzato possa seriamente avvicinare alla serenità, o perlomeno ci permetta di vivere il nostro gioco con meno concitazione.
Spesse volte siamo chiamati a compiere le più svariate scelte e per mille motivazioni non siamo quasi mai sereni e vigili per effettuare la scelta più giusta per il nostro futuro. Con l'esempio che illustrerò successivamente spero di rendere i miei concetti più chiari.
Possiamo paragonare il cammino da compiere ad una serie di strade rettilinee divergenti, che si allontanano progressivamente tra loro, ognuna di queste strade identifica il realizzarsi di una scelta, mentre le scelte da compiere le paragoniamo a dei bivi, da dove partono altre strade divergenti e così via.
Ad ogni scelta effettuata e sbagliata, dobbiamo renderci conto che corrispondono almeno più di due decisioni opposte alla prima per rientrare sul cammino di partenza ed il numero di decisioni opposte a quella errata, cresce proporzionalmente al crescere del tempo di decisione.
Pertanto, se ci accorgiamo che una delle nostre scelte si dimostra errata, non indugiamo, cambiamo subito direzione; è per il nostro bene ma anche e soprattutto per quello degli altri.
Non dobbiamo aver paura di sbagliare proprio perché, nel caso e con un po' di fatica, è possibile modificare radicalmente tutto, e quello che prima pareva cupo e monocolore, poi può apparire in tutta la sua bellezza; dipende solo da noi.
Il vero successo nella vita di una persona, non è misurabile in denaro o in fama, per questi a volte conta molto la fortuna.
La persona di successo è quella serena, quella che non desidera ad ogni costo, quella che passa di progetto in progetto non abbattendosi mai per le eventuali inevitabili delusioni, è la persona che rispetta sempre gli altri, è la persona che crede fermamente nello sviluppo delle sue idee, è la persona che si confronta e si pone in continua discussione, che consola chi è sconfitto o umiliato dagli eventi della vita, che ha il coraggio di piangere per le avversità che inesorabilmente capitano, che ha l'umiltà e l'entusiasmo di ricominciare sempre come se fosse la prima volta, che si emoziona come un bimbo anche per la più piccola vittoria ottenuta e contemporaneamente ha la lucidità di cercare sempre il motivo che ha portato ad una sconfitta capitata, è l'uomo che sorride agli altri anche quando è a pezzi e non ne ha voglia, è l'uomo onesto, anche con se stesso.
La bellezza della vita sta proprio nel suo continuo mutamento, è proprio la vita stessa con l'inesorabile passare del tempo, che ci insegna ad apprezzare la mutazione e la novità. Anche noi possiamo muoverci in questa direzione, gestendo sempre delle novità, dei cambiamenti, faticosi magari, ma appaganti e che contribuiscono a generare appagamento e serenità.
Secondo voi è meglio essere attivi ed eccitati per un mutamento o rassegnati alla solita tranquilla routine.
Forse non ci rendiamo conto che nella nostra vita abbiamo problemi perfino a gestire le vacanze in modo "fuori dal coro", perché anche per svagarci, andiamo nei posti dove tutti sono già stati, andiamo alla ricerca di quella immagine già vista da tutti su un depliant o una fotografia, che identifica che sei proprio stato li, cerchiamo di farci immortalare vicino ad un monumento o ad un paesaggio internazionalmente conosciuto da tutti per ostentare e documentare che siamo riusciti a fare anche noi una cosa che è stata fatta da altri, più lontano si va più ci si sente appagati, trasgressivi e riposati.
Il reale appagamento e la vera trasgressione vivono vicino e dentro di noi, la vera novità è nel gestire in autonomia itinerari mai percorsi o poco conosciuti dai più, in tutti i settori, anche in quello del divertimento.
Cerchiamo di recuperare quella voglia di scoperta che è sempre stata la caratteristica fondamentale degli esseri viventi, non facciamoci plasmare ed impacchettare un prodotto già preconfezionato, che serve solo a chi lo propone per modellare le nostre idee e le nostre abitudini.
Questo uomo pensante ed autonomo nelle scelte, e tutti noi possiamo esserlo, può imboccare la strada della serenità, che comunque pone sempre tanti ostacoli da superare, ma l'equilibrio, l'altruismo e l'onestà d'animo riescono a demolire qualunque ostacolo e risolvere qualunque problema.

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Il dilemma delle donne

" Esser donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai. Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. E' solo un diritto tra i tanti diritti."
( "Lettera ad un bambino mai nato " O. Fallaci )


. "Indipendenza economica o indipendenza mentale ?
. Emancipazione reale o frustrazione sopita ?
. L'amore, il sentimento, la passione, il tradimento, l'orgoglio, la libertà sessuale, quello che non si dice
. La parità sul maschio : siete sicure che la corsa e la competizione possa giovarvi ?
. Un figlio : scelta, completamento, moda o necessità ?
. Lavoro e famiglia : solo lavoro, o solo famiglia ?

E' necessario vivere solo per vivere . e basta."

E' sicuramente l'essere vivente più perfetto e complicato, un misto di mistero e concretezza avvolto in un grande vello di fascino.
Esistono molteplici differenze tra gli esseri viventi maschi e femmine, che non si riferiscono solo agli aspetti facilmente riscontrabili da una sommaria osservazione.
Un concentrato di dolcezza, fantasia, sentimento, passione, sensibilità, decisione, freddezza e tenacia tutto diluito e rappresentato in un unico individuo.
Nella razza umana solo le femmine avrebbero potuto affrontare e sopportare le innumerevoli ingiustizie perpetrate nei loro confronti dal "collega" maschio nel corso degli anni.
Non scordiamoci che a tutt'oggi sono numerosissime le donne che vivono ancora in schiavitù ( sia fisica che mentale ) o sono relegate a ruoli minori in quanto ritenute inferiori od incapaci.
Non desidero soffermarmi sulle cause che nei secoli hanno portato a veder relegato il ruolo della donna nella società, anche perché la trattazione sarebbe lunga e dolorosa.
Sono esistiti, ed esistono tuttora, condizionamenti procurati dalle culture che si sono avvicendate nelle varie ere, dalle religioni nei secoli, ma penso che, storicamente, la maggiore delle verità sia che il desiderio di dominio e possesso tipiche del maschio, agevolato anche dalla maggiore forza fisica, abbiano relegato progressivamente e costantemente la donna ad un ruolo marginale o di secondaria importanza.
La realtà dei fatti nella società di riferimento attuale, vede ora la donna "emancipata".
Con questo termine amano definirsi quelle donne che oltre al loro peso di responsabilità, alle quali sono chiamate per affinità biologiche, si sono andate ad accaparrare anche quelle che probabilmente avrebbero potuto evitare.
Nel doveroso e necessario processo di "parificazione" la donna forse ha sottovalutato la sua reale importanza nella vita di tutti noi, non soffermandosi sull'analisi dei metodi operativi di intervento al fine di modificare la mentalità, per cui il pensiero, dell'opinione comune.
La donna è l'unico individuo in grado di generare una nuova vita.
E' innegabile che l'imprinting iniziale alla nuova vita, è senz'altro a suo carico, e questo impegno, se ben gestito, avrebbe potuto portare a radicali mutamenti nelle abitudini di tutti noi, generando la reale parità di opportunità e doveri.
Probabilmente una più corretta analisi della importanza dei condizionamenti delle giovani vite, avrebbe portato negli anni, dei risultati di gran lunga superiori a quelli che ad oggi si possono osservare.
Il movimento per la "emancipazione" della donna ha generato solo uno grande strappo, volendo invertire la marcia in modo brusco e violento, non facendo i conti con la tenacità del maschio derivata anche da secoli di abitudini.
La finalità è stata quella di modificare gli atteggiamenti, non i pensieri, sia del maschio che della femmina.
E questo non è stato un buon intervento.
E' come se ad una nave in piena velocità si chiedesse di virare immediatamente utilizzando un timone realizzato in un materiale molto debole, la certezza è che, durante la manovra, il timone si rompa, dando la sensazione di continuare a ruotare nella direzione voluta, ma non avendo alcun effetto sulla rotta finale della nave.
Tanta fatica per nulla.
Per realizzare la parità reale, è necessario che le mamme comincino ad educare le femmine con gli stessi principi dei maschi e viceversa, essendo mentalmente inclini a questa parità.
In tal modo, e se così fosse stato, generazione dopo generazione, le varie società sarebbero state composte di persone alle quali è stata comunicata la medesima educazione e sono state date le medesime opportunità, a quel punto e solo a quel punto, il libero arbitrio del singolo individuo avrebbe avuto maggiori possibilità di azione.
Dietro l'affermazione "un figlio è meglio che lo cresca una donna" c'è una grossa bugia ed una piccola verità.
La piccola verità è che l'innata sensibilità e dolcezza femminile, può fare solo del bene alla nuova vita, ma questa sensibilità esiste anche nel maschio, e mai nessuna mamma si è mai impegnata nel cercarla e valorizzarla, anzi si confonde spesso la parola "sensibilità" con "debolezza", e questo è un altro grave errore.
La ormai famosa affermazione "non piangere come una femminuccia .." è tanto usata quanto dannosamente cretina per la crescita di una maschio e di una femmina.
La grossa bugia è che il maschio è tendenzialmente refrattario alla crescita ed educazione di una nuova vita, pertanto si comporta da maschio e cioè in modo ipocrita, cercando di delegare agli altri, grazie all'utilizzo di luoghi e frasi comuni, quello che lui non ha voglia di fare.La grande potenzialità delle femmine non ha ancora dato i suoi frutti e l'utilizzo di metodi non adeguati all'affermazione della propria indipendenza, hanno portato ad un carico esagerato di attività a capo della stessa persona.
La società odierna confonde l'indipendenza dell'individuo, con l'indipendenza economica, perché, purtroppo, la nostra vita è stata creata e gestita con la finalizzazione del benessere economico individuale sopra ogni cosa.
Tutti si nascondono dietro il valore della famiglia, sacra, indissolubile, unica ed appagante; peccato che la stessa venga vista ipocritamente come la somma delle varie individualità che la compongono e non come una unica realtà che per crescere ha la necessità di smistare le varie mansioni, relativamente alle affinità ed alle inclinazioni personali.
La donna è saggia e riflessiva, ed è l'individuo più vicino all'aspetto naturale della vita; però si è trovata a combattere con un maschio ipercompetitivo perché scarsamente dotato di sensibilità alla vita, e così si è voluta "formattare" agli standard maschili, non perdendo però quelli femminili; ed alla fine ha combinato proprio un vero pasticcio.
Non è riuscita a migliorare la sua vita reale, anzi, a volte si è fatta carico di operatività un tempo attribuibili solo all'altro sesso.
Questa non è parità, ma è la solita disparità gravemente svantaggiosa per la donna.
Donne mie, svegliatevi, state commettendo gli stessi errori delle vostre mamme !
Cambiate metodi educativi per i vostri figli, maschi o femmine che siano, i vostri nipoti in futuro vi ringrazieranno.
Se desiderate le pari opportunità, dovete dimostrare di saperle gestire ed impostare sulle nuove generazioni.
E' la sola cosa che vi potrà salvare dalla atavica ipocrisia mascolina.

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Il vivere

"Se avete desiderato d'essere un uccello e di volare via, ricordate: dovrete imparare ad apprezzare i vermi."

"Maturare significa anche accettare quello che non si può cambiare." ( Anonimo )

"Le usanze sono la scusa per chi non vuol cambiare."


Chi non ha mai pensato che le cose che altre persone fanno siano migliori di ciò che noi stessi eseguiamo, che gli altri hanno più denaro, fortuna, opportunità, ed in preda ad una benevole invidia ci siamo lasciati andare all'affermazione "vorrei essere un uccello e volare via da tutti i miei problemi !".
Eh si . probabilmente è capitato a molti di noi, ma non dobbiamo dimenticarci mai che per ogni situazione apparentemente piacevole o appagante ne esiste una non così positiva che ovviamente non viene da noi valutata.
Pertanto ognuno di noi può "volare" anche nella sua vita, con i suoi problemi quotidiani e con le sue ristrettezze economiche.Per poterlo fare è necessario cercare e distendere le ali della libertà in possesso di ognuno di noi.
Libertà dai luoghi comuni, dalle tristi abitudini, dai mortificanti condizionamenti, dall'ostentazione del benessere economico, dagli schemi imposti nella vita familiare o lavorativa, dalla schiavitù mediatica, dal lavoro mortificante, dalle oppressioni di tutti i giorni, dall'odio e dall'invidia, dalle questioni morali.
Imboccare la strada serena della felicità, sarà poi un gioco da ragazzi.

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Il perché di tanti perché

Quando si è giovani, molto giovani, si è desiderosi di crescere in fretta illudendosi di arrivare presto alla soglia della indipendenza ed alla piena maturità decisionale, ci si sente forti invincibili ed in parte questa invincibilità deriva dalla ottima propensione ad imparare dagli errori e dal porsi costantemente in discussione.
Poi accade qualche cosa e per qualche oscuro motivo in un certo punto del nostro cammino di vita, diventiamo pigri e terminiamo di volere imparare e di chiederci perché, ci accontentiamo di quello che sappiamo, abbiamo la stupida certezza che le esperienze accumulate possano essere tanto varie quanto sufficienti per affrontare il percorso di vita che ci aspetta.
Nulla di più falso.
E' proprio a questo punto che cominciamo a perdere il contatto con la realtà che ci circonda, provando a costruire un mondo attorno a noi che generi meno noie possibili.
Inizialmente ci riusciamo, ed anche bene.
La novità, l'appagamento derivato dalla soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi posti, crea morale e tale onda positiva continua fino a quando arriva il primo stop.
Si manifesta a noi, resi ormai invincibili, un primo problema che ci complica la vita.
Può essere di origini sentimentali, economici, morali, comunque sia è qualche cosa di inaspettato e di non gradito, che turba la nostra quiete.Dapprima è un sentimento di stupore che pervade il nostro ego, poi subentra la sicurezza della soluzione, ma qualche cosa nel meccanismo ormai si è inceppato.
Cominciano i primi dubbi le prime incertezze, si pensa a come risolvere un problema che appare di semplice soluzione, si comincia a non essere più tanto certi nelle proprie possibilità di recupero e, talvolta, subentra il panico.
Appare evidente che si è presentato al nostro cospetto un evento differente da quelli che fino a quel momento eravamo riusciti a gestire; forse perché non ci siamo mai protesi verso nuovi orizzonti , oppure non abbiamo mai considerato l'esistenza di altre modalità di pensiero, profondamente differenti alla nostra.
Ci eravamo sempre mossi all'interno di un giro molto ristretto di eventualità, nelle quali ci trovavamo bene e grazie alle quali abbiamo potuto incrementare il nostro grado di autostima.
Ma c'è sempre nella vita di ognuno di noi un momento di riflessione, di cambiamento, di ricerca, di innovazione, di stupore, di meraviglia, un accadimento che tende a mutare le nostre abitudini e a minare la nostra quiete.
Questo momento è tanto vitale quanto estremamente incisivo, e condiziona pesantemente la qualità della vita.
E' proprio questo il momento giusto per la riflessione, la valorizzazione dell'interiorità, che ognuno di noi ha sempre cercato di nascondere a se stesso, sacrificandola alla più facile esteriorità.
E' proprio ora che la vita si presenta a noi nel modo più vicino e reale a quelle che dovevano essere le premesse che nessuno ci ha mai insegnato.La semplicità grazie alla quale il respiro vitale muove il nostro corpo e lo irrora di energia, viene complicata sempre dall'implicazione sociale ed economica del nostro modo di vivere, minando alla base le caratteristiche fondamentali dell'unica ragione di vita : la ricerca costante della serenità.
Questa ricerca è costellata di tantissimi perché, ai quali non riusciamo subito e facilmente a dare risposta, ed allora, i nostri predecessori, hanno creato delle nuove ragioni di vita tanto effimere quanto devianti, che ormai condizionano tutto il nostro essere.
Hanno generato delle efficientissime e rapidissime modalità di apprendimento per queste nuove ragioni di vita, plasmando con il passare del tempo, intere generazioni di umanità.
Le lotte sociali, l'affermazione e la prevaricazione sugli altri, l'arricchimento economico, la corsa all'apparire, l'abbandono del dialogo interiore, la monetizzazione del tempo, la continua sfida, la falsità dei rapporti, i legami di comodo, l'opportunismo, il desiderio di imporre, la scarsa voglia di ascoltare, il guadagno per ogni cosa, il denaro ad ogni costo, le religioni, sono tutte "costanti" con le quali tutti noi, chi più o chi meno, dobbiamo convivere ed a volte sottostare per poter "dare un senso" al "nostro" mondo.
Questo modo di vivere ci allontana dalla strada per la ricerca della verità.
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Riflessioni

Anche un viaggio di mille miglia deve cominciare con un passo solo (Lao Tsu)

"Mi si conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare e la saggezza di distinguere tra le une e le altre" (K. Vonnegut)

"La vita ed i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare" (A. Schopenauer)

"Non sono l'uomo che pensa che non si debba mai soffrire; disprezzo questa meschina saggezza, e se ho da scegliere preferisco sopportare fino in fondo il dolore. Soffrire è bello e nelle lacrime vi è del vigore; ma non bisogna soffrire come un uomo senza speranze".( Kierkegaard)

"Lavora come se tu non avessi bisogno di soldi. Ama come se tu non fossi mai stato ferito. E balla come se nessuno stesse guardando." ( Anonimo )

"il sacrificio di uno . è triste ma accettabile solo se finalizzato al bene di molti, ma il bene di uno è illogico e deleterio se grava sul bene di molti" ( L. Molteni )


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La società attuale

Trovarsi in una situazione emotivamente coinvolgente e particolarmente forte, potrebbe anche significare dover scegliere tra la propria vita e quella altrui.

Imparando a conoscere quello che ci circonda ed i metodi di interazione con l'essere, si riesce ad acquisire quella consapevolezza che ci rende abili nell'osservare ed affrontare gli aspetti dell'esistenza che la nostra educazione, sommata ai condizionamenti ed alle convenzioni sociali, tendono a nascondere od esorcizzare tramite rituali, come ad esempio le discussioni animate tra persone, che rappresentano decisamente un modo semplice di contenere degli scontri che potrebbero assumere toni molto più violenti.

Proviamo a pensarci bene ..

Nella realtà, percorrendo il nostro cammino vitale, capita che ognuno identifichi nell'altro un nemico da combattere e possibilmente sconfiggere.

Quella che noi definiamo con il termine "vita", in realtà desideriamo percorrerla alle "spese" di qualcun altro.

Io sono dell'idea che il vivere debba implicare un livello di maturità analitica e mentale tale per cui si possa fondare esclusivamente su noi stessi.

L'idea che la nostra affermazione sottintenda necessariamente l'esclusione o il fallimento di altri è intesa come una specie di "legge naturale" nella nostra cultura ed in quello che viene definito come "esperienza di vita".Veniamo svezzati ed allevati in una realtà competitiva, nella quale l'altro è percepito come l'individuo che potrebbe minacciare la nostra esistenza.

In questo contesto il vivere è solo un sopravvivere.

Un ulteriore aspetto fondamentale e preoccupante di tale "scelta" di vita è ancorato a un livello psichico primitivo, quello relativo al successo sopra ogni cosa : la propria affermazione deve equivalere al fallimento dell'altro.

E qui purtroppo dobbiamo fare i conti con un bruttissimo aspetto che condiziona tutti e tutto, il "problema del potere".

Il vero potere non è quello esercitato sulle cose, ma sugli uomini.

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Il destino: Un termine che cela le responsabilità

"Con destino o fato ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali che di singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo."

E' molto comodo e facile imputare al destino quello che di brutto normalmente ci accade.
Se ci facciamo caso, il rapporto con il destino viene vissuto in modo passivo, non ritenendo consciamente di poterlo mutare grazie al nostro libero arbitrio.
Non ne voglio fare una trattazione religiosamente scorretta, ma perso di esprimere il pensiero di molti affermando che non ci è mai balenato nella mente di immaginare una vita già tutta scritta ancor prima di viverla, con una implicazione bassissima, se non nulla, di scelte effettuate atte alla sua modifica.
Già abbiamo scritto in altri capitoli, che dal punto di vista di ognuno di noi, l'inizio della vita è gestito ed inquadrato solamente dalla fortuna che viene attribuita in modo casuale e che si manifesta nel nascere in una certa famiglia oppure in un'altra, in un luogo povero oppure benestante, in una certa zona del mondo oppure in un'altra.
E' chiaro che questa è la realtà dal nostro punto di vista, se ribaltiamo momentaneamente le cose, ci accorgiamo che qualcuno ci ha chiamato per venire a fare parte di questo mondo, ed i nostri genitori erano ben a conoscenza delle basi minime vitali che potevano essere concesse al nuovo nato.
Pertanto, anche in questo caso, la nostra vita è frutto di una scelta, eseguita da altri, ma comunque una scelta è stata fatta, e questa ha condizionato nel bene o nel male tutto il nostro futuro.
Ritengo che sarebbe veramente squallido oltre che alienante se tutto fosse già stato stabilito precedentemente, perciò penso che ogni cosa che ci premia o ci mortifica sia frutto di atteggiamenti consci od inconsci che man mano siamo costretti ad assumere di giorno in giorno, percorrendo la strada che ci porta al compimento della nostra esperienza vitale.
Ho la convinzione che anche nei riguardi della salute, argomento molto delicato, l'implicazione umana nei vari processi educativi e di condizionamento, possa fortemente condizionare il buon vivere oppure no.
Tante cose che ci capitano dipendono da scelte fatte da noi o da altre persone, che per caso hanno modificato dei piccoli parametri percettivi, che a loro volta hanno impostato dei nuovi scenari.
Basta rifugiarsi nel religioso e comodo destino, cerchiamo di essere realisti e pensiamo sempre che se avessimo lasciato fare solo al destino, probabilmente saremmo già deceduti da tempo, in concomitanza alla comparsa della prima malattia importante occorsaci, come del resto capitava ai nostri antenati di non molti anni fà, perché non saremmo intervenuti in alcun modo sopprimendo con farmaci le cause della malattia.
Se tutto fosse scritto, quale sarebbe lo scopo di tutto quello che facciamo ?
Per quale motivo ci ostineremmo nel cercare di imboccare sempre la strada che ci sembra idonea e corretta ?
Per quale motivo insegnare le cose ai nostri figli ?
Perché curarci le malattie che ci affliggono ?
Perché continuare a cercare delle risposte ?

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I condizionamenti chiamati "educazione"

Quanto più primitivo è l'intelletto dell'uomo, tanto più facile è comandarlo, poiché esso non ha convinzioni etiche solide e non fa resistenza a tale controllo.

Quante volte ci siamo accorti che i processi condizionanti, scatenano in noi sensazioni di ribellione o di fastidio, e quante volte ci siamo dissociati da qualunque episodio condizionante. Pensiamoci bene .
E dire che noi siamo il frutto di tantissimi processi condizionanti che lentamente, ma violentemente, hanno plasmato la nostra vita, permettendoci di gestire il nostro libero arbitrio in funzione ed in relazione a questi processi.
Hanno assunto svariate sembianze e sono state definite in vari modi, ma sono riusciti sempre ad insidiare il nostro libero pensiero.

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Il legame di sangue e la famiglia

Appare ovvio che ognuno di noi è incline nel circondarsi di persone simili, per estrazione, per affinità, per caratteristiche fondamentali e caratteriali, e questo lo ritengo un atteggiamento logico e giustificabile quanto poco positivo.
In tal modo, chi esercita questa selezione, dimostra di non avere l'interesse nel rendersi conto delle grandi differenze che esistono all'interno di una società così variegata quale la nostra.
Purtroppo siamo fatti così, siamo intimamente portati a ricercare costantemente la cosa che appare più semplice, ed essendo affetti da una carenza cronica di interesse per le novità in genere, tendiamo a non frequentare o addirittura ad allontanare chi non sembra simile a noi ed a non prendere mai in considerazione un'ipotesi contrastante il nostro credo.
Questo però non ci impedisce di essere critici ed assoluti su concetti molto importanti, oserei dire fondamentali, per la vita in collettività.
Spesso ci arroghiamo il diritto di esprimere pensieri estremi solo perché ci sentiamo forti della condivisione della maggioranza delle persone che noi conosciamo o frequentiamo e che costituiscono il nostro mondo.
Ma questo è un mondo parziale.
E' superficiale, riduttivo e sostanzialmente errato valutare negativamente l'opinione di chi per noi rappresenta l'idea della minoranza, proprio nessuno può sapere a priori se la nostra idea sia quella in assoluto più condivisa, e comunque, anche se fosse, nessuno può arrogarsi il diritto di asserire che l'idea della maggioranza sia sempre la migliore.
Una delle realtà che esprimono in primissima battuta l'idea di gruppo e di comunità è la nostra famiglia, alla quale siamo legati, ma nella quale a volte ci sentiamo un po' a disagio per varie motivazioni.
Proviamo ad analizzare insieme cos'è veramente la famiglia, da chi è composta, quali scelte abbiamo fatto per esserne componenti e, se ne facciamo, quanti sforzi costa la dedizione finalizzata alla comprensione ed alla non aggressione.
Quanti di noi sostengono di percepire in loro un legame di sangue che lega una famiglia intera.
Forse tanti, o forse pochi, ma di certo nessuno potrà mai convincermi del fatto che un sentimento, di amore o di odio, provato per una persona, non sia, per intensità, direttamente proporzionale al tempo che si è trascorso con la persona stessa.
Sono convinto che il tempo dedicato ed impiegato vicino ad una persona sia l'unico strumento per potere generare un vero legame.
Non credo che esista quello che si vuole definire " il legame di sangue " che dovrebbe unire una famiglia, a prescindere dagli eventi.
Penso invece che anche all'interno della famiglia vi siano dei rapporti caratteristici di affinità e di tolleranza intimamente legati ai periodi di frequentazione pregressi o in essere.
Appare evidente che il rapporto sentimentale, ad es., verso i genitori sia tanto forte quanto contrastato proprio perché si tratta di una rapporto lungo almeno 18/20 anni continuativi ed iniziali ( di questi tempi anche molto di più ) non scelto da entrambe le parti, con persone che, a fin di bene, cercano di affermare ed inserire nella mente permeabile dei figli i loro concetti di vita e le loro interpretazioni della realtà, plasmandone la personalità con tutte le loro sicurezze e le loro paure, le loro certezze ed i loro tentennamenti, la loro fiducia ed i loro dubbi, volendo creare un clone che fortunatamente quasi mai riesce.
Già nel corso di questa trattazione sotto un altro titolo, avevo affrontato l'argomento quando asserivo che un figlio riconoscerà per tutta la sua vita la persona che lo ha cresciuto, nel bene o nel male, proverà sentimento di profondo affetto verso chi lo ha accudito e consolato e gli ha dedicato tanto del suo tempo, e questo profilo a volte non corrisponde a quello del suo genitore biologico.
E' probabile che qualcuno di noi si sia trovato in situazioni di fastidio partecipando a quelle riunioni familiari cicliche e abituali tenutesi approssimativamente vicino a feste tradizionali oppure a cerimonie religiose.
Personalmente ritengo che se non si prova interesse nel partecipare a qualunque tipologia di evento, sia controproducente e frustrante dover forzatamente acconsentire a delle abitudini che impediscono la libera scelta.
E questo deve accadere anche all'interno della cerchia familiare.
Con questo non sostengo l'idea di rifuggire i contatti con gli individui che per caso costituiscono la nostra famiglia, ma il comportamento nei confronti di tutti deve essere sincero, franco e schietto.
Per me sarebbe molto imbarazzante sapere che qualcuno mi avvicina e mi parla solo perché le tradizioni e le abitudini impongono di farlo.Forse questo imbarazzo lo provereste anche voi nel caso veniste a saperlo !
In famiglia mai nessuno ve lo dirà.
In famiglia si aspetta sempre che l'altro faccia il primo passo, e se non avviene, si passa subito all'insulto morale o all'accusa, mai esplicitamente, senza pensare in modo più sensibile alla propria situazione ed alle motivazioni che possono portare ad un determinato evento.Non tutte le persone sono simili, ugualmente motivate e classificate con i medesimi parametri, e fortunatamente queste discriminanti valgono anche in famiglia.
Non parliamo poi quando il genitore pensa o dice " con tutto quello che ho fatto ".
La risposta a questi genitori è subito data : " ma chi ti ha obbligato o ti ha chiesto di farlo ? "
La dedizione, il sentimento, la complicità, la confidenza, la spontaneità, la sincerità, l'amicizia sono emozioni, sentimenti e fasi che devono essere meritati e conquistati giorno dopo giorno, costantemente, non sono variabili automatiche nel DNA della persona componente l'una o l'altra famiglia.
La regola meravigliosa del vivi e lascia vivere, deve valere anche per le persone che compongono un nucleo famigliare.E' un dato innegabile che esistono nuclei famigliari apparentemente molto uniti e compatti, dove si può immaginare che possa esistere reale amicizia e complicità, ma questo accade anche in altre tipologie di nuclei dove la composizione degli individui è variegata sia per età che per affinità, ma dove vige la santa regola del rispetto delle opinioni e dei pensieri qualsiasi essi siano.
Perciò ritengo che la solita chiave interpretativa sia solo e sempre il rispetto di qualunque idea e l'altruismo .. sempre ed ad ogni costo.Se non lo desideriamo cerchiamo di liberarci dalle comode abitudini e dai frustranti ciclici appuntamenti, inventiamone di diversi e cerchiamo di fare sempre quello che ci appaga e non ci crea stress.
Miglioreremmo la nostra vita e quella di chi ci circonda, aumentando l'indipendenza dell'egoista che invece conta solo sulla grande disponibilità degli altri.

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La felicità

"La felicità non è che una semplice equazione.
La realtà divisa per le aspettative... Se troppo ti aspetti rimarrai sempre deluso... Se poco ti aspetti sarai sempre felice."

"Felicità non è avere tutto ciò che desideri, ma desiderare tutto ciò che hai."


Le precedenti sembrano delle valutazioni molto banali, ma a volte l'esprimere concetti semplici e chiari facilita l'esposizione e migliora l'apprendimento dei fondamenti che si pongono alla base delle affermazioni.
La ricerca della felicità è forse l'unica costante universale alla quale tutte le persone tendono.
La strada da percorrere al fine di avvicinarsi a questo obiettivo è però differente per ognuno di noi, così come è differente il concetto stesso di felicità.
Probabilmente è corretto parlare di serenità, di quiete e di calma emotiva.
Ritengo che tale stato mentale possa essere ottenuto affrontando la vita di tutti i giorni in modo più contemplativo e meno competitivo.La competizione obbliga necessariamente ad impostare delle strategie che implicano coinvolgimenti della sfera emotiva legata al rischio ed alla supremazia, generando inevitabilmente stress ed attesa di successo.
La contemplazione implica l'acuta osservazione e la calma valutazione, facilitando l'obiettività di analisi e la pianificazione degli interventi atti al miglioramento dell'essere.
Cerchiamo di migliorare ciò che siamo, grazie alla attenta modalità di osservazione di quello che ci circonda, provando appagamento per i traguardi ottenuti senza l'ausilio della deleteria competitività, ma assaporando la benefica sensazione di soddisfazione derivata dal bene e dalla sua generazione verso tutto ciò che consideriamo parte di noi.

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Le vere regole della vita

Che brutto modo di intitolare ed iniziare una riflessione riguardo la mia interpretazione dei reali obiettivi della nostra vita !
Ho cercato di esprimere fino ad ora concetti altamente penalizzanti riguardo le regole in generale che, imposte dalla socialità, sono marcatamente condizionanti per la nostra vita essendo frutto loro stesse di elementi prodotti dal costante e incisivo condizionamento generato dagli eventi nei tempi passati , che ha portato a rendere ammissibili e giustificabili antichi e popolari "proverbi" o ha eletto a "leggi" delle semplici opinioni che con la logica della continua ripetizione, sono state assimilate come fondamenti di vita. Con lo stesso principio per cui una canzone sconosciuta ai più, se costantemente proposta al pubblico, finisce per piacere.
Pertanto non vorrei parlare di "regole" della vita, bensì di sensazioni che generano positività nell'affrontare gli accadimenti di tutti i giorni.Ormai viviamo la frenesia del "mercato globalizzato" che ci spinge a cercare altrove il nostro completamento e la nostra ragione di vita.
Ci siamo dimenticati che l'unica, vera e sana globalizzazione è l'uniformità dell'espressione, riflettiamo un istante sul concetto che ogni razza differente può rispondere al richiamo degli stimoli nella sua lingua tradizionale, ed ogni razza o nazione ne ha, per convenzione o storia, una differente dall'altra, ma quando si tratta di esprimere sentimenti o sensazioni forti o intimamente legate all'essere, come il sorriso, il pianto, l'amore, l'affetto, uno sguardo, tutto il mondo compie dei gesti assolutamente uguali, il respiro vitale che movimenta ed anima il nostro corpo si comporta in egual modo su tutti noi, il cuore di ognuno di noi batte forte forte per le emozioni nel medesimo modo ed in funzione delle stesse sollecitazioni.
Ciò che è stato concepito per dividere, è stato senza dubbio creato dall'uomo, che nel suo itinerario vitale, nei millenni, ha fatto tutto il possibile per creare divisione, odio, intolleranza, e rancore generando livelli e classi sociali che hanno arricchito certi popoli in certe zone del mondo a scapito di altri in altre zone.
Ha generato e genera guerre solo per potere o per denaro, due elementi che caratterizzano i nostri attuali obiettivi di vita.
Tutti noi, fino ad ora, abbiamo avuto la fortuna di svegliarci al mattino in luoghi sani e consoni alla conduzione di una vita agiata e riflessiva, ma non riusciamo ad apprezzarne i benefici annessi, e ci facciamo condizionare da pensieri infarciti di interessi che nulla hanno a che fare con l'aspetto naturale delle cose.
Gli animali, che da sempre consideriamo inferiori, in qualunque parte del mondo siano, riescono a comunicare tra loro, sono veramente uguali, sono veramente all'unisono con le leggi inesorabili e cinicamente esatte della natura.
Abbiamo posto come obiettivo della nostra vita il differenziarci, ad ogni costo.
Moltiplicando questa voglia di competizione per millenni, siamo riusciti ad ottenere un gran bel pasticcio, dove l'emergente non è soddisfatto perché deve e vuole continuare ad emergere, mentre colui che è affossato dall'emergente o dalle circostanze, è insoddisfatto e desidera ad ogni costo emulare l'emergente insoddisfatto.
Pensiamoci . è molto triste . si perdoni la banalità con la quale sto affrontando argomenti che meriterebbero una maggiore cura di dettagli ed approfondimenti, ma se riflettiamo bene sulle cose ci accorgeremo che è proprio così.
E' innegabile che l'arricchimento morale e le esperienze formative nascano dal confronto e dalla volontà di ognuno di noi di sperimentare, affrontando le novità come mete di partenza.
Ma forse, negli anni, non ci siamo resi conto che le nostre "mete" da prendere in considerazione, sono state tutte preconfezionate ed indirizzate all'arricchimento economico, alla divisione tra pari ed alla stratificazione sociale.
D'altra parte è questo quello che vuole la nostra attuale società, fondata sul consumo e su ciò che appare, che desidera la crescita sempre ed ad ogni costo trascurando l'essenza del cammino di crescita profondo, che in ognuno di noi, può generare il vero appagamento.
Nelle società lavorative una persona ha "valore" in relazione al potere ottenuto negli anni, ma soprattutto al potere che gli viene riconosciuto, a prescindere.
Nella vita di tutti i giorni, una persona ha valore indipendentemente dal potere che rappresenta, ma solo per il grado di "comprensione",di "sostegno", di assenza di "disagio" che riesce a conferire al prossimo, in totale assenza di memoria.
In questo cammino di socialità ogni esperienza è singola e singolare, riparte sempre dall'inizio, e mai nessuno riconosce a nessuno ciò che è stato fatto.
Questa continua ricerca di "arricchimento" sociale è costantemente presente in tutta la durata della nostra vita, anche durante i lunghi periodi in cui si è impegnati a svolgere la propria mansione lavorativa, e costituisce una costruttiva quanto difficile strada da compiere.
E' certamente più comodo ed immediato "sfruttare" l'accrescimento fittizio creato e dedotto dalla "carriera" lavorativa, ma inconsciamente si generano parecchie insoddisfazioni e dubbi esistenziali che minano la tranquillità di ogni persona.
Cerchiamo di "svalutare" progressivamente l'importanza che l'attività economico-lavorativa rappresenta per la nostra vita e la nostra società, riabilitando la ricerca di riflessione ed altruismo, che potrà farci vivere con qualche moneta in meno, ma riuscirà certamente a farci apprezzare esperienze vitali vere, non drogate dal benessere economico, ma suffragate dalla serenità di intenti.
Allontaniamo da noi l'ipocrisia che ci vede sempre bisognosi ed assetati di denaro e benessere economico; economicamente possiamo contribuire alla felicità di tanti altri individui, ma soprattutto abbiamo l'obbligo morale dell'altruismo che riuscirebbe a sanare un bilancio abbondantemente in perdita.
Ricordiamoci sempre che tutte le regole sancite e scritte non avrebbero un senso se ognuno di noi si comportasse con rispetto e dedizione verso chi e cosa lo circonda.
Ma questo non è e non è mai stato.
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Il punto di non ritorno

E' innegabile che qualche volta, in occasioni diverse, per sentito dire o per esperienza diretta, ci siamo sentiti vicini ad un punto di non ritorno.
Il mio pensiero a riguardo, sostiene la teoria per la quale l'unico vero punto di non ritorno della nostra esistenza sia la morte del nostro corpo.Se invece analizziamo anche le difficoltà morali o di sensazione, nelle quali siamo immersi lungo tutto il nostro percorso vitale, posso affermare che una sorta di forte disagio mentale si percepisce all'atto dell'insuccesso o della insoddisfazione e tale disagio si possa ricondurre alla sensazione di "punto di non ritorno".
L'analisi delle cause e la valutazione dei rimedi che potrebbero mitigare la sensazione di disagio competono ai medici della mente, ma la strada da compiere nella nostra vita ci vede soli ed unici gestori e protagonisti del nostro futuro, comunque esso sia.
Pertanto la sensazione di "punto di non ritorno" è assolutamente personale ed incontestabile.
Facciamo un piccolo passo indietro e cerchiamo di analizzare in profondità l'inizio del nostro essere.
Il principio del cammino vitale lo dobbiamo ad una scelta opzionata da altri che si sono arrogati il diritto di imporre l'inizio del nostro respiro adducendo motivazioni allineate a quelle che vengono previste dai manuali della buona educazione, per cui l'amore, la passione, il sentimento, il desiderio di sentirsi creatori, e comunque tutte motivazioni oggettivamente molto discutibili, che a volte perdono credibilità con il tempo (vedi p.es. le separazioni, gli abbandoni ecc.) e nella maggior parte dei casi, obbediscono ad un interesse assolutamente personale.
Se ci pensiamo bene, in realtà, la nuova vita viene iniziata come una sorta di "marker" di un periodo o di un'era o di una volontà, quasi come se fosse un "piercing" o un tatuaggio che violenta la nostra carne al fine di generare il ricordo di un evento.
Come spesso succede, ognuno di noi, fatica molto per ottenere un minimo di serenità, cercando di vivere totalmente ed al meglio ciò che ci è stato messo a disposizione.
E' un dato innegabile che la nostra vita sia bella e densa di opportunità da cogliere, ma non sempre veniamo aiutati durante il percorso di crescita e quasi sempre ci capitano episodi che ci fanno riflettere sulla reale importanza di quello che stiamo facendo.
Se azzeriamo la componente religiosa, i malefici frutti dei condizionamenti ai quali siamo sottoposti e la componente economica che induce alla lotta ed alla competitività, cosa ci rimane ?
Ci rimane la vera essenza della vita, questa cosa meravigliosa che spettacolarizza il passare del tempo, crea grandi aspettative, ci fa sentire utili ed importanti, ci fa apprezzare le meraviglie del mondo e, nelle persone più sensibili, induce alla riflessione.
Pensiamo alla nostra fortuna di vivere la nostra vita in luoghi dove non si muore più per un'influenza, o non si patisce più tanto per un mal di denti, ma non è per tutti così.
Una buona parte della popolazione mondiale non può permettersi queste fortune, ed anche chi vive in modo fortunato, a volte , è minato da malattie gravi o stati d'animo profondamente negativi.
Episodi di vita sofferente che inevitabilmente creano disagio sono purtroppo sotto gli occhi di tutti, ma mai nessuno pensa che il disagio possa essere vissuto da chi lo patisce come una sorta di "punto di non ritorno" dal quale è impossibile uscire.
Pensiamo al disagio ed alla sofferenza che vive un malato grave, o una persona affetta da patologie mentali degenerative o, più semplicemente, ad una persona che non desidera più vivere.
Capisco che può essere molto difficile, ma per un istante cerchiamo di isolare le nostre abitudini comportamentali derivate dai processi di condizionamento religiosi o morali ed affidiamoci alle sensazioni pure, riflettiamo sul perché un individuo può permettersi di fare tutto in vita, compreso tanto male al prossimo, ma non può permettersi di decidere preventivamente di non soffrire nel caso dovesse succedere. Per quale motivo accettiamo di buon grado che due ipotetici genitori "delinquenti" possano procreare e generare un sicuro problema sociale, e non siamo rispettosi verso chi, in autonomia, prende una tra le decisioni più difficili e sofferte di tutta la sua vita, quella di interromperla.
Perché non riconosciamo che per certi problemi, è più difficile vivere che morire.
Perché non la smettiamo di interpretare sempre ed in ogni caso, la nostra vita come una grande competizione, dove è sempre necessario risolvere qualunque problema ad ogni costo !
Perché, visto che l'inizio della nostra vita non siamo riusciti a gestirlo, almeno riguardo la fine, non possiamo decidere noi i tempi e le modalità.
Chi dice che abbiamo un cammino da compiere, non capisce che il cammino viene creato di giorno in giorno, vivendo la nostra realtà, e traguardando sempre delle mete nuove quanto inutili.
Quale è il nostro fine reale. È quello di vivere il più possibile ad ogni costo o è quello di vivere potendo apprezzare tutto quello che ci circonda !
Una persona che è arrivata al "punto di non ritorno" non riesce più ad apprezzare quello che la circonda, è costretta a vivere il più possibile, ed è questo che la rende profondamente infelice.
Perché ci ostiniamo a generare infelicità ?
La vita è o no ricerca della serenità, oppure siamo tutti illusi di riuscire prima o poi a trovarla !
Non c'è destino, non c'è fortuna, non c'è pace per chi soffre !
Permettiamo agli eventi che noi abbiamo creato di sconvolgerci il presente ed il futuro, mascherando scelte scellerate o episodi fastidiosi dietro la parola "destino", ma ogni giorno compiamo gesti che lo modificano profondamente.
Perché non possiamo permetterci di decidere !
Perché deve sempre esistere un "ente gestore" che ci dice cosa possiamo, ma soprattutto cosa non possiamo fare.
Noi siamo al mondo per compiere delle scelte, una delle quali deve essere anche quella di volere e potere terminare di vivere.
Pensiamoci.

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Riappropriamoci della nostra vita

"Dovremmo desiderare il nostro futuro come il realizzarsi dei nostri desideri e non subirlo come il risultato delle azioni compiute nel nostro passato .."
( L. Molteni )


"La riscoperta della reale essenza vitale, la necessità di ritagliarci momenti differenti, la visualizzazione dei reali obiettivi, e la costante ricerca del benessere reale ..
Quale può essere il metodo per avvicinarci ai nostri desideri ?"

Quante volte ripensando al passato, o a quello dei nostri avi, sospirando diciamo:
"bei tempi quelli passati"!
Ehi ragazzi . siamo vivi, ed anche se non ci è mai stata data la possibilità di poter scegliere se iniziare la nostra vita, come iniziarla, oppure no, siamo sottoposti ad importanti decisioni che possono influire sulla qualità del nostro futuro.
Proviamo a riappropriarci dei nostri spazi necessari alla riflessione, riavviciniamoci al sentimento ed all'amore senza vincoli o pregiudizi.Godiamo minuto per minuto di tutto quello che il mondo e la natura ha messo a nostra disposizione.
Proviamo a percepire il calore benefico generato dal focolare di una casa abitata dalla tranquillità e non dalla frenesia.Gustiamoci il passare del tempo in modo tale da viverlo sempre come se fosse l'ultimo concesso . in realtà è così, il tempo non torna.Torniamo a vivere di sensazioni, dimenticandoci dei beni materiali.
Le benevole sensazioni generate dal pensiero e dalla riflessione sono sempre rigenerabili, mentre le sensazioni generate dal possesso o dall'utilizzo dei beni materiali, si affievoliscono e muoiono con il passare del tempo.
Indugiamo con maggiore frequenza ad osservare il vuoto, il nulla, i colori del giorno e della notte, l'orizzonte, il mare, i panorami mozzafiato che ci regala la montagna.
Indugiamo consapevolmente sul tempo che passa, ascoltando silenziosamente il ritmo vitale scandito dal battito del nostro cuore.Sforziamoci di valutare con la corretta obiettività tutto quello che ci accade, e pensiamo che forse, tante cose ritenute fastidiose, avremmo potuto evitarle se fossimo stati più riflessivi o accorti.
Cerchiamo di vedere tutto ciò che ci circonda con occhi nuovi, privi dei soliti banali o stridenti condizionamenti creati dalla nostra vita, passata a combattere al fine di ottenere un benessere economico che è riuscito a rovinare l'essenza vitale.
Cerchiamo di capire quali sono stati i condizionamenti per noi più riduttivi e, nei limiti, proviamo a ricondurli verso quello che più desideriamo.Proviamo ad emozionarci di fronte ad un paesaggio.
Cerchiamo di allontanare l'innata voglia di competizione, che riesce a trasformare ogni semplice attività in una prova contro gli altri.
Cerchiamo la gratificazione per quello che facciamo dentro di noi, e serenamente proviamo a capire se la sfida con il mondo che ci circonda è proprio così necessaria.
Fissiamo le nostre mete sulle sensazioni durevoli, abbandonando quelle effimere che si accendono facilmente come un fiammifero, ma bruciano le nostre dita proprio come un fiammifero acceso.
Proviamo a costruire dei rapporti veri, non basati sulle opportunità.
I veri rapporti si ritroveranno sempre nel tempo, quelli di comodo cessano con il cessare del bisogno reciproco.
Indugiamo ad ascoltare il rumore dell'acqua di una cascata, o il fruscio generato dal vento sul fogliame delle piante di un bosco, accarezziamo chi ci ama e ci sta accanto generando benessere, futuro ed attesa, amiamo incondizionatamente , rispettiamo gli animali che sono stati e saranno per noi fonte vitale dal quale attingere la vera essenza della naturalità, sforziamoci e cerchiamo di assumere atteggiamenti saggi e riflessivi, il nostro futuro verrà costruito con equilibrio ed efficacia.
Combattiamo l'affanno generato dagli eventi analizzando ed immaginando il nostro respiro in modo che per noi sia un rilassante massaggio, costante e vitale, esercitato in tutto il nostro corpo.
Non perseveriamo nell'errore di osservare solo la mano tesa che ci indica la strada per il raggiungimento del benessere, noi dobbiamo seguirne la direzione che viene indicata.
Non dimentichiamoci mai che siamo vivi, ed il benessere è vicino a noi !

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Lettera di un bimbo

Ciao papà e ciao mamma, io sono Andrea, oppure Chiara, Antonio o qualunque nome voi mi vorrete assegnare.
Sono il figlio virtuale che tutte le coppie in procinto di procreare desiderano avere.
Mi permetto di disturbarvi solo per informarmi riguardo i reali motivi per i quali voi due desiderate essere genitori.
Sapete che ultimamente le motivazioni neo genitoriali sono piuttosto superficiali, futili ed egoiste, ed io sinceramente non ho voglia di cominciare la mia vita in salita.
Nonostante quello che vi dicono i governi occidentali economicamente sviluppati, nel vostro mondo si soffre moltissimo per la sovrappopolazione, la malnutrizione e la mancanza di generi primari per tutti.
Parliamoci chiaro, siete voi che mi state chiamando e perciò desidererei avere qualche garanzia riguardo il mio futuro.
E tu papà, sei proprio sicuro di essere in grado di prenderti cura di me visto che non ti occupi quasi mai delle cose di casa, partecipi poco ed in modo discontinuo alla crescita della coppia.
Spesse volte lasci da sola la mamma per andare a divertirti con colleghi o amici e spesso rivendichi la libertà sessuale come conquista del maschio, senza accorgerti che ogni volta che ne parli fai del male alla mamma, che è la persona alla quale qualche anno fa hai giurato fedeltà ed onestà per sempre.
Spero che tu riesca a renderti conto che io potrei vivere lo stesso senza possedere tante cose "trendy" o che tu ritieni necessarie, ma non potrei mai crescere equilibrato senza la tua presenza costante.
Io sono una nuova vita, una persona che vuole e deve ricevere delle risposte per ogni domanda che pongo, ed ho il diritto di ricevere una risposta sensata ed onesta.
Mi piacerebbe sapere se quando dici quelle cose carine alla mamma, nei vostri momenti di intimità, sono cose che veramente pensi oppure sono solo un mezzo per rassicurarla ottenendo da lei tutto quello che desideri.
Sai papà io ho bisogno di sapere se un domani sarò figlio di una persona saggia ed onesta che veramente mi ha desiderato, oppure di un eterno bambino che gioca a vivere la vita in modo opportunistico e che mi considererà come un riempitivo necessario della vita volto ad accontentare la mamma e la impegni un po'.
Sai papà, io non ho bisogno né di una casa più grande né di una nuova "station wagon" né di tutte quelle cose che nel vostro mondo acquistate in relazione alla nascita di una nuova vita.
Di quelle cose ne avete bisogno solo voi.
E tu mamma, siamo proprio sicuri che la mia nascita non sia solo un atto per porre soddisfazione personale ad un tuo desiderio ?
Non è che questo grande desiderio sia nato dalla tua incapacità di realizzarti come donna e come compagna ?
Magari hai solo voglia di essere veramente importante e fondamentale per qualcuno, e non essendoci riuscita fino ad oggi pensi che con il mio avvento le cose potrebbero cambiare.
Mia cara mamma, commetteresti un grande sbaglio nel considerarmi una "tua creatura", e la vita futura ti potrebbe riservare spiacevoli sorprese. Lo sai che io sono una nuova vita, alla quale deve essere dedicato tantissimo tempo incondizionato ed in autonomia.
Ti senti autonoma in questo ?
Riusciresti a passare il tempo utile e necessario al fine che io possa dire in futuro : "sono stato cresciuto dalla mamma e dal papà e non dai nonni o dalla tata o dagli zii".
Riesci a renderti conto che probabilmente la tua vita cambierà radicalmente in funzione proprio della mia venuta, tante cose che ora non puoi sapere ti si presenteranno come problemi mai affrontati.
Sarai in grado di risolverli?
Per favore non rispondermi con la solita frase "ci sono riusciti tutti .. ci riuscirò anche io". Non c'è nulla di più ipocrita di questa insensata affermazione.
E' necessario avere le caratteristiche per affrontare al meglio le novità o le avversità che la vita pone, cercando di non riversare sugli altri le conseguenze di scelte affrettare od errate.
E questa capacità sai se è in tuo possesso oppure no.
Miei cari futuri genitori, vi volete davvero bene ?
Vi amate ?
Vi sentite complementari ed attratti l'uno dall'altro ?
Nella vostra vita insieme siete riusciti a conoscervi bene ?
Sapete quali sono i vostri rispettivi punti deboli?
Ne avete parlato insieme e siete riusciti ad arrivare ad un completamento ?
Oppure siete solo alla ricerca di qualche cosa che movimenti la vostra vita di coppia.
Non sarebbe mia intenzione venire nel vostro mondo come diversivo utile e propedeutico alla vostra vita sociale.
Qui nel mondo delle fate, dove abito, sto molto bene e non ho alcun problema.
Io anche da qui vi voglio tanto bene, e ve ne vorrò ancora di più se voi rifletteste veramente su ciò che sarebbe meglio per me e non per voi.Siete proprio sicuri di avere già distribuito tutto il vostro amore verso le persone che vi circondano e di avanzarne così tanto da aver bisogno necessariamente di una nuova vita accanto a voi ?
Io sin da piccolino vi chiederò tantissime cose, mi piacerebbe sapere se le risposte arriveranno da persone che hanno affrontato e risolto i problemi della loro vita, oppure da persone che hanno vissuto alle spalle di chi li risolveva per loro.
Io ho bisogno di una guida affidabile, perché il vostro mondo cambia repentinamente e sottopone incessantemente nuovi problemi ed ostacoli.Lo so che siete comunque delle brave persone, ma vi prego non fate passare come doverosa e razionale una scelta che potrebbe anche non essere fatta.
Siete veramente così soddisfatti della vita in generale, e della vostra vita in particolare da permettervi il lusso di decidere al mio posto se partecipare o meno al vostro mondo ?
Io vi chiedo solo di pensarci.
Sappiate che un vostro errore adesso, condizionerà tutta la mia vita.
Ma sappiate anche che comunque vada e qualunque possa essere la vostra scelta, io vi amerò per sempre.

Il vostro figlio mai nato.

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Attimi di vita

Così come ogni briciola di pane è appartenuta ad un frammento più grande,
ogni sasso è appartenuto ad una roccia madre,
ogni fibra logora ad un nuovo tessuto,
ogni goccia d'acqua al mare,
ogni frase ad un pensiero,
ogni brezza ad una tempesta,
ogni frammento di vita integra la nostra crescita,
ogni singolo istante è importante ed essenziale in quanto tale.
Ed io ho vissuto con voi tanti attimi e tanti istanti.
Ho imparato a conoscervi e ad apprezzarvi.
Ogni singola parola, ogni singolo fatto ha indotto in me un fattore di crescita.
Anche ciò che al momento in cui è accaduto mi è parso inutile o leggero, ora comprendo che ha avuto un senso ed una logica.
Come ogni cosa che è passata e non tornerà più, gli attimi trascorsi assieme acquisiscono progressivamente un valore differente, e continueranno ad essere forti ricordi per tanto e tanto tempo.
Grazie a tutti voi per avermi dato la possibilità di conoscervi e di capirvi.
Grazie a tutti voi per aver generato in me la coscienza che ogni episodio accadutomi aveva una importanza fondamentale nella mia esperienza.
Ora sto realizzando un sogno e sono felice di poterlo fare con la consapevolezza che troverò tante belle cose, ma ho anche la certezza che perderò quello che fino ad ora mi ha permesso di essere quel che sono.
Così come ogni lacrima appartiene ad uno stato d'animo intenso, io mi accommiato da voi sapendo di allontanarmi da chi mi ha voluto bene.
Nella nuova vita che mi attende ci sarà tanto spazio anche per tutti voi e con la spensieratezza e la benevolenza per tutto ciò che accadrà in futuro, vi invito a non smettere di sognare, perché così come sono stati un bel sogno gli attimi di vita trascorsi assieme, i sogni spesso si avverano

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Il Tempo

Giusto il tempo per una riflessione finalizzata a testimoniare che proprio il tempo è la costante universale.
Il tempo è equo e solidale, è rigoroso e democratico, è cinico e benevolo.

E' uguale per tutti, e per tutti è l'ultimo giudice.

Solo il tempo decide se una scelta effettuata si dimostra corretta od errata.
Solo il tempo e la passione di una scelta, maturano una coscienza od una consapevolezza.

Solo il tempo costituisce il reagente che permette di riconoscere e separare lo sciocco dal furbo, il breve dal saggio, l'insolente dal rispettoso.

Il tempo è per tutti, ma siamo noi che possiamo dare un senso oppure no a questa meravigliosa costante che trascorre come un fiume lento e che irrora inesorabilmente, tutto.

Non vi è ricchezza maggiore del tempo che abbiamo ancora a disposizione.
L'autonomia e la dedizione al prossimo lo rendono prezioso, la frivolezza e l'ingenuità lo rendono pesante, ma mai inutile.

Riusciremo a renderci conto che se desideriamo un futuro diverso ed appagante, questo non potrà mai essere costituito solo dalla risultante del nostro tempo passato ?

Se ripercorreremo sempre strade già scelte da noi o da altri, occuperemo solo il tempo per vivere emozioni già vissute.

Dobbiamo sforzarci di utilizzare la costante universale con le motivazioni proprie di una giovane vita, per scoprire davvero quel che esiste oltre.

Non perdiamo l'indole vitale dell'uomo che, se non condizionato , ha come unico scopo imparare cose nuove, inventandole e sperimentandole.

Non cediamo alla semplice comodità di vivere degli schemi già compiuti, sforziamoci di percorrere nuove strade.

Il tempo ...... quel meraviglioso metronomo che alimenta felicità o crea consapevolezza di insuccesso.

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Danza Lenta

Questa poesia è stata scritta da una adolescente malata terminale di cancro. E' stata spedita via e-mail da un medico. Alessandro Cicognani è il direttore del dipartimento di pediatria del Sant' Orsola.

Hai mai guardato i bambini in un girotondo ?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla ?
O osservato il sole allo
svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Percorri ogni giorno in volo ?
Quando dici 'Come stai?'
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa ?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Hai mai detto a tuo figlio,
'lo faremo domani?'
senza notare nella fretta,
il suo dispiacere ?
Mai perso il contatto,
con una buona amicizia
che poi finita perché
tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire 'Ciao' ?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Quando corri cosi veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto
il giorno, come un regalo mai aperto . . .
gettato via.

La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.

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Il perchè della mia vita

Dedicata a mia mogle ... il mio unico amore !

Ho sempre scritto per diletto e come tu ben sai, spesse volte per altri, varie volte per me, ma mai una volta per noi.

Ho riflettuto spesso sui tantissimi anni che abbiamo dedicato l’uno all’altra, senza mai una minima flessione o indecisione.

Questa cosa talvolta mi rende incredulo ma mi fa sentire felice e fiero di averti incontrata, anche se è molto difficile spiegare quello che tu sei per me, quello che rappresenti, perché è difficile narrare in modo semplice ed immediato quello che da senso alla vita.

E’ da più di un trentennio che siamo assieme, che abbiamo costruito la nostra vita dal nulla, mattone su mattone ed attimo per attimo.

Quanto tempo è passato …

Il nostro sentimento e la nostra dedizione che quotidianamente stringiamo tra le mani, difendendoli da tutto e da tutti, fortunatamente non sono mai diventate abitudine e si cementano di giorno in giorno diventando sempre più imperforabili e resistenti ad ogni evento.

Abbiamo passato momenti ed episodi di incertezza, di preoccupazione ma non abbiamo mai perso la voglia di essere insieme, ed insieme li abbiamo superati.

Sai, il futuro è densissimo di tanta incertezza,ma riuscirò ad affrontarlo solo e soltanto se ti so vicino e ti sentirò complice in tutto ciò che faremo.

Ricordi … abbiamo seriamente rischiato di affondare in mezzo ai guai, ma ne siamo venuti fuori …. da soli …. e vincenti …

Sempre con le nostre idee, pazze ma reali, che ci portano a pensare sempre avanti, con mille dubbi ma tante certezze, una su tutte …. Ciò che siamo quando siamo insieme.

Io non posso sapere se la fortuna o la sfortuna avrà un suo ruolo su di noi tale da riuscire a separarci oppure no, ma io spero e prego fin da ora che il nostro futuro sia uguale al nostro passato.

Con tutto l’amore che posso pensare o immaginare, auguro a noi due un altro trentennio come quello appena passato e ti ringrazio per avermi donato l’unico vero motivo per il quale vivo …. TU !

Con rispetto, sentimento, affetto ed amore …

Luca.  


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